LA NUOVA GERMANIA / LA NUEVA ALEMANIA / THE NEW GERMANY (ITA/ES/ENG)

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LA NUOVA GERMANIA. I PERICOLI INSITI NEL RIARMO, LA FRATTURA EST OVEST E LA TENSIONE POLITICA DOPO IL POSSIBILE BANDO DI ALLIANZ FUR DEUTSCHLAND 

                                                                    Di Paolo Falconio

Membro del Consejo Rector de Honor e conferenziere de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)

Rimase celebre una battuta di Andreotti che piacque moltissimo a Mitterrand che se ne appropriò: ”Voglio così bene alla Germania, che ne preferisco due”. Ovviamente si riferiva all’ipotesi poi avverata dell’unificazione delle due Germanie. Entrambi i leader scorgevano un pericolo sempre presente nella Nazione tedesca a cui si imputava anche la prima guerra mondiale. Nei governi europei del tempo, era diffusa la sensazione che fosse la Germania a volere realmente la guerra. Il fine era il dominio dell’Europa a scapito dell’ Inghilterra a cui aveva già sottratto il primato industriale. La fine di quel conflitto e una pace punitiva, pose le basi dell’ umiliazione tedesca che portò, complice una crisi economica mondiale, all’ascesa del Nazismo.

Questa breve parentesi è necessaria per capire i timori che tutto il mondo nutre verso la Germania. Una Nazione che ha scatenato due conflitti mondiali e ha fatto paura al mondo.

IL RITORNO ALLA POTENZA. 

Oggi siamo di fronte a una Germania, super potenza economica e industriale, umiliata dalla politica americana e che ha compreso che la dimensione economica con cui di fatto aveva sottomesso l’ Europa , non le è più sufficiente per la difesa dei suoi interessi.

Degli 800 miliardi di euro messi a disposizione dalla UE ben 500 sono destinati al riarmo tedesco. Un piano da 1.8 trilioni di cui 900 già autorizzati dal Bundestag che in buona parte andranno al riarmo. Un' operazione dai profili costituzionali discutibili, in quanto si è operata una modifica costituzionale con un parlamento scaduto per ottenere il quorum di maggioranza necessario a tale modifica e che tuttavia non si sarebbe raggiunto sulla base della rappresentanza scaturita dall'esito delle Urne. In ogni caso la Germania non si accontenta più di essere il motore economico europeo e torna alla politica di potenza. Ossia alla propria affermazione attraverso lo strumento militare. Quest’ultima affermazione da sola dovrebbe fare venire i brividi lungo la schiena. È un riarmo che si basa, almeno sul piano della narrazione, sull’antagonismo con la Russia (che ricordo essere la potenza con il maggior numero di testate nucleari operative). Ma non è solo una narrazione. È di pochi giorni fa la notizia della prima missione permanente dell’esercito tedesco a difesa della Lituania. Si definisce lo scudo contro l’est russo e contemporaneamente apre un dibattito sul dotarsi di un arsenale atomico.

Qui si apre un una questione molto complessa nei rapporti Russia Germania che dal 700 in poi hanno sempre visto uno stretto legame commerciale fra le due Nazioni, ma che periodicamente degradano nella spinta ad est iniziata con i Teutoni e riproposta in chiave Nazionalistica con il secondo conflitto mondiale.

La Germania sarà una potenza che vorrà il suo spazio vitale in termini di influenza e sarà verso est dove c’è anche la Russia a reclamare un ruolo. Una situazione che potrebbe essere foriera di tensioni e zone di attrito potenzialmente esplosive, soprattutto se la Russia si dovesse sentire minacciata nuovamente dagli scarponi tedeschi.

Se per assurdo (neanche troppo assurdo) dovesse rinsaldare i suoi legami con la Russia in nome della Ostpolitik, destabilizzerebbe tutto l’ est europeo e metterebbe in crisi la presa americana sulla sponda atlantica europea e fatto ancor più grave costituirebbe un blocco capace davvero di mettere in crisi l’ egemonia americana. Non andrebbe a finire bene.

LA ROTTURA DEL VINCOLO OCCIDENTALE E LA RICERCA DI UNA NUOVA IDENTITÀ 

Tutto questo avviene mentre il dibattito in Germania è molto chiaro. Il politico più popolare è il socialista e Ministro della Difesa Boris Pistorius, grande sostenitore del riarmo, ma cosa più importante è che si avviata una riflessione nell' intelligenza tedesca su cosa significhi essere tedeschi.  Quello che è in discussione è a quale Europa appartenga la Germania ora che il "vincolo occidentale" (con gli USA) è venuto meno per cause oggettive riferite al nuovo corso incarnato dalla Presidenza Trump. Questo "tradimento" non solo fa si che si ritengano liberi, ma anche che si ripensino come un Occidente alternativo agli Stati Uniti stessi.

IL SONNO COGNITIVO DELL' EUROPA ANGLO FRANCESE

Nessuno nega il diritto dei tedeschi a difendersi o a dotarsi di un esercito adatto alla difesa del territorio nazionale, ma è l’ entità del riarmo che spaventa. È la dichiarata postura anti russa sulla quale il riarmo viene giustificato che è geopoliticamente rischiosa. Nell' universo europeo e non solo europeo (vedi Polonia) sono in molti a guardare con preoccupazione a questo enorme piano di riarmo, non perché la Germania voglia invadere l' Alsazia , o non sia animata da buone intenzioni, ma perché le intenzioni possono cambiare e le capacità restano.

Quello che non si comprende è l’atteggiamento Franco britannico che con la narrativa dell’invasione cosacca (smentita ormai da tutti i rapporti di intelligence, almeno nel breve periodo) avalla il riarmo. E pure avrebbero motivo di allarmarsi, anche perché nella ex DDR, roccaforte della AfD (partito di estrema destra e sul quale torneremo) non è mai stata fatta una reale riflessione sul passato. La politica di potenza, agevolata dalla narrativa franco britannica potrebbe essere un ritorno alla velleità del sogno gollista francese di guidare un esercito europeo pagato dai tedeschi (o peggio ancora la presunzione degli USA di dominare quello che sarà il terzo esercito al mondo), oppure il frutto di un vuoto cognitivo dei leaders europei che, caduti nel sonno mortale della fine della storia, reputano impossibile il ritorno del conflitto in Europa dopo 70 anni di pace.

Comunque con riguardo al sogno cognitivo franco inglese per i quali la storia è finita in termini di guerra intra europea, è utile ricordare che sondaggi fatti venti anni fa che avevano ad oggetto il quesito se mai fosse potuta scoppiare una guerra fra Russia e Ucraina, gli abitanti di entrambi i Paesi con una sola voce risposero che era da escludersi.

Oltretutto se c’è una cosa che la guerra in Ucraina ci ha insegnato e’ che non si combatte con dollari o Euro. Nessuna Nazione nella storia ha mai perso una guerra per bancarotta. Eppure noi siamo abituati a guardare al riarmo come uno scostamento di bilancio. La realtà è che serve una apparato industriale adatto alla riconversione militare e la Germania lo possiede.

Ulteriormente, con le attuali regole sui vincoli di bilancio è l’ unica potenza europea che può armarsi a questi livelli.

LA POSSIBILE MESSA AL BANDO DI ALLIANZ FUR DEUTSCHLAND E UNA GROSSE KOALITION DEBOLE

Merita una menzione particolare la situazione dell' AfD (Allianz fur Deutschland) che è stato messa al bando per infiltrazioni neo naziste.

In realtà non si tratta di un bando, ma di una segnalazione che potrebbe portare al bando dalla vita pubblica. Ma la decisione finale spetterà alla politica.

La realtà è più complessa e meriterebbe uno studio a parte. Il partito invero nasce da un gruppo esponenti (professori universitari, intellettuali, etc..) dell' est , perché quella che noi chiamiamo riunificazione sarebbe più corretto definirla annessione. La realtà è  che la ex DDR è stata letteralmente invasa dal surplus manageriale della Germania ovest e solo il 3% delle elite dell' est è stato integrato nei meccanismi dirigenziali del mondo accademico e politico amministrativo. La crisi economica derivante dalla cessazione delle forniture di gas dalla Russia a prezzi competitivi ha di fatto innescato una crisi economica e una protesta sempre più forte verso una immigrazione incontrollata e non assimilata. AfD rappresenta oggi oltre il 30% del popolo tedesco e rischia di essere bandita. È il partito di maggioranza relativa nel Paese e , pur avendo delle frange neo naziste, sarebbe semplicistico e non corrispondente alla realtà definirlo un partito neo nazista  La verità è che tutta la ex DDR dove AfD era nata per raccogliere le istanze e il malessere dei tedeschi dell' est, oggi si potrebbe trovare, in caso di bando, a non avere alcuna rappresentanza con un colpo di penna. Un' operazione assai pericolosa oltre che temo fallimentare.

Il nuovo governo Merz, dovrà affrontare molte sfide consapevole che gli Stati Uniti potrebbero intervenire in questa nuova Germania, dove persino la CDU si è presentata con un programma con molti punti di contatto con quello della AfD. La Russia, la crisi economica, la rottura del vincolo occidentale e la frattura sempre più profonda con la ex DDR appaiono questioni troppo profonde per essere affrontate con una maggioranza risicata di 12 rappresentanti nel Bundestag. Dimostrazione ne è stata la necessità di un secondo voto di fiducia al Governo per la presenza di franchi tiratori. Una debolezza intrinseca che potrebbe tramutarsi in un grande vantaggio per la AfD. Inoltre la struttura Federale fa si ché i landers tedeschi (i loro parlamenti regionali) debbano ratificare oltre il 60% della produzione legislativa del Bundestag stesso per avere attuazione. Noi siamo abituati a vedere la Germania come un blocco unico, ma per farvi capire, ad esempio la Baviera ha una sua Costituzione precedente a quella federale che rimane assolutamente cogente. In essa si parla di una delega al governo Federale temporanea. Questo per dire che se la politica tedesca non saprà dare risposte potrebbero avviarsi spinte centrifughe non solo nella ex DDR, ma anche in altri landers. 

CONCLUSIONI 

La Germania è una grande Nazione, ha prodotto cultura ad ogni ordine e grado, ma ha demoni profondi, contraddizioni irrisolte e viviamo in tempi scellerati.

Un ritorno alla politica di potenza della Germania sulla base della forza militare (senza arrivare ad immaginare anacronismi storici con il Nazismo), non è una minaccia potenziale alla pace, è un rischio attuale e concreto per tutto il continente europeo e non solo.

Quello che vorrei fosse chiaro che una Germania con una volontà di potenza espressa anche attraverso lo strumento militare, ha riflessi geopolitici che vanno ben oltre la crisi Ucraina, anche perché al di là delle dichiarazioni di questi giorni, non è affatto escluso che ritorni a saldarsi con la Russia in un prossimo futuro, solo che questa volta neanche gli USA potranno imporre la propria strategia alla nuova potenza europea. Quale che siano le scelte politiche della Cancelleria, questo evento destabilizzerà il continente europeo e mondiale. Infine vi è la dimensione interna che è forse ancora più grave, perché non è legata all' attuazione di politiche , ma a una sperequazione tra est e ovest del Paese, da una immigrazione mai assimilata, da una crisi economica importante che sta andando ad incidere sullo stato sociale, il quale ha costituito da sempre il meccanismo con cui il governo Federale ha tenuto insieme dei lander profondamente diversi tra loro per origine storica, antropologica e per tradizioni e religione.

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LA NUEVA ALEMANIA. LOS PELIGROS INHERENTES A LA REARMAMENTACIÓN, LA FRACTURA ESTE-OESTE Y LA TENSIÓN POLÍTICA TRAS LA POSIBLE PROHIBICIÓN DE ALLIANZ FÜR DEUTSCHLAND


Por Paolo Falconio

Miembro del Consejo Rector de Honor y conferenciante de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)  

Se hizo célebre un comentario de Andreotti que gustó mucho a Mitterrand, quien se apropió de él: "Quiero tanto a Alemania que prefiero dos". Obviamente, se refería a la hipótesis que luego se hizo realidad de la unificación de las dos Alemanias. Ambos líderes veían un peligro siempre presente en la nación alemana, a la que se le atribuía también la Primera Guerra Mundial. En los gobiernos europeos de la época, estaba difundida la sensación de que Alemania realmente quería la guerra. El objetivo era el dominio de Europa a expensas de Inglaterra, a la que ya había arrebatado el primado industrial. El final de ese conflicto y una paz punitiva sentaron las bases de la humillación alemana que llevó, junto con una crisis económica mundial, al ascenso del nazismo.


Este breve paréntesis es necesario para entender los temores que el mundo entero tiene hacia Alemania. Una nación que ha desencadenado dos conflictos mundiales y ha hecho temer al mundo.


**EL REGRESO AL PODER**


Hoy nos encontramos ante una Alemania, superpotencia económica e industrial, humillada por la política estadounidense y que ha comprendido que la dimensión económica con la que de hecho había sometido a Europa ya no es suficiente para la defensa de sus intereses.


De los 800.000 millones de euros puestos a disposición por la UE, 500.000 millones están destinados al rearme alemán. Un plan de 1,8 billones, de los cuales 900.000 millones ya han sido autorizados por el Bundestag, que en gran parte se destinarán al rearme. Una operación con perfiles constitucionales discutibles, ya que se ha realizado una modificación constitucional con un parlamento expirado para obtener el quórum de mayoría necesario, que sin embargo no se habría alcanzado según la representación derivada del resultado de las urnas. En cualquier caso, Alemania ya no se conforma con ser el motor económico europeo y regresa a la política de poder, es decir, a su afirmación a través del instrumento militar. Esta última afirmación por sí sola debería hacer que se ericen los pelos. Es un rearme basado, al menos en el plano de la narrativa, en el antagonismo con Rusia (que, recuerdo, es la potencia con el mayor número de ojivas nucleares operativas). Pero no es solo una narrativa. Hace pocos días se conoció la noticia de la primera misión permanente del ejército alemán para defender Lituania. Se define como el escudo contra el este ruso y, al mismo tiempo, abre un debate sobre la necesidad de dotarse de un arsenal atómico.


¿Estamos seguros de que Rusia se quedará de brazos cruzados?


Alemania será una potencia que querrá su espacio vital en términos de influencia, y será hacia el este, donde también Rusia reclama un papel. Una situación que podría generar tensiones y zonas de fricción potencialmente explosivas, especialmente si Rusia siente que nuevamente está siendo amenazada por las botas alemanas.


Si, en un escenario hipotético (pero no tan improbable), Alemania reanudara sus lazos con Rusia en nombre de la *Ostpolitik*, desestabilizaría todo el este europeo y pondría en crisis el dominio estadounidense sobre la orilla atlántica de Europa. Y lo que es aún más grave, constituiría un bloque capaz de desafiar realmente la hegemonía estadounidense. No acabaría bien.


**LA RUPTURA DEL VÍNCULO OCCIDENTAL Y LA BÚSQUEDA DE UNA NUEVA IDENTIDAD**  


Todo esto ocurre mientras el debate en Alemania es muy claro. El político más popular es el socialista y Ministro de Defensa Boris Pistorius, gran defensor del rearme. Pero lo más importante es que se ha iniciado una reflexión dentro de la élite intelectual alemana sobre el significado de ser alemán. Lo que está en discusión es a qué Europa pertenece Alemania ahora que el vínculo occidental (con EE.UU.) se considera roto por causas objetivas relacionadas con el nuevo curso representado por la Presidencia de Trump. Esta "traición" no solo los hace sentirse libres, sino también reconsiderarse como un Occidente alternativo al de los Estados Unidos.  


**EL SUEÑO COGNITIVO DE EUROPA ANGLOadie niega el derecho de los alemanes a defenderse o a contar con un ejército adecuado para la defensa del territorio nacional, pero es la magnitud del rearme lo que preocupa. Es la postura declarada antirrusa sobre la que se justifica el rearme lo que resulta geopolíticamente peligroso. En el universo europeo y más allá (como en Polonia), muchos miran con preocupación este enorme plan de rearme, no porque Alemania quiera invadir Alsacia o no tenga buenas intenciones, sino porque las intenciones pueden cambiar y las capacidades permanecen.  


Lo que no se comprende es la actitud franco-británica que, con la narrativa de la invasión cosaca (desmentida por todos los informes de inteligencia, al menos a corto plazo), avala el rearme. Y sin embargo, tendrían motivos para alarmarse, especialmente porque en la antigua RDA, bastión del AfD (partido de extrema derecha al que volveremos), nunca se ha hecho una reflexión real sobre el pasado. La política de poder, facilitada por la narrativa franco-británica, podría ser un regreso a la ilusión del sueño gaullista de liderar un ejército europeo financiado por los alemanes (o peor aún, la presunción de EE.UU. de dominar lo que será el tercer ejército más grande del mundo), o el fruto de un vacío cognitivo de los líderes europeos que, sumidos en el letargo mortal del fin de la historia, consideran imposible el retorno del conflicto en Europa tras 70 años de paz.  

**LA POSIBLE PROHIBICIÓN DE ALLIANZ FÜR DEUTSCHLAND Y UNA GRAN COALICIÓN DÉBIL**


Merece una mención especial la situación del AfD (Allianz für Deutschland), que ha sido señalado por infiltraciones neonazis.


En realidad, no se trata de una prohibición, sino de una advert llevar a su exclusión de la vida política.


La realidad es más compleja y merecería un estudio aparte. El partido nació de un grupo de exponentes (profesores universitarios, intelectuales, etc.) del este, porque lo que llamamos reunificación sería más correcto definirlo como anexión. La realidad de la ex RDA fue literalmente invadida por el excedente gerencial de Alemania Occidental y solo el 3% de las élites del este se integraron en los mecanismos administrativos y académicos de la Alemania reunificada. La crisis económica derivada de la interrupción del suministro de gas desde Rusia a precios competitivos ha provocado una creciente protesta contra una inmigración incontrolada y no asimilada, así como contra los partidos tradicionales. Actualmente, el AfD representa más del 30% del pueblo alemán. Es el partido con la mayoría relativa en el país y, aunque tiene algunas facciones neonazis, sería simplista y no acorde con la realidad definirlo como un partido neonazi. La verdad es que toda la ex RDA, donde el AfD nació para recoger las demandas y el malestar de los alemanes del este, podría quedar sin representación si se concreta la prohibición. Esto sería una operación probablemente fallida.


El nuevo gobierno de Merz tendrá que enfrentar muchos desafíos, consciente de que Estados Unidos podría intervenir en esta nueva Alemania, donde incluso la CDU ha presentado un programa con muchos puntos en común con el de AfD. Rusia, la crisis económica, la ruptura del vínculo occidental y la creciente fractura con la ex RDA son cuestiones demasiado profundas para ser abordadas con una mayoría ajustada de solo 12 representantes en el Bundestag. Además, la estructura federal hace que los estados alemanes (sus parlamentos regionales) deban ratificar más del 60% de la producción legislativa del Bundestag para que tenga efecto. A menudo vemos a Alemania como un bloque único, pero hay que considerar que Baviera tiene su propia Constitución, anterior a la federal, que sigue siendo plenamente vigente. Se habla de una delegación temporal al gobierno federal. Todo esto indica que, si la política alemana no ofrece respuestas efectivas, podrían surgir fuerzas centrífugas no solo en la ex RDA, sino también en otros estados federados.


**CONCLUSIONES**  


Alemania es una gran nación, ha producido cultura en todos los ámbitos, pero tiene demonios profundos, contradicciones no resueltas y vivimos tiempos desafiantes.  

El regreso de Alemania a una política de poder basada en la fuerza militar (sin llegar a imaginar anacronismos históricos con el nazismo) no es una amenaza potencial para la paz, sino un riesgo actual y concreto para todo el continente europeo y más allá.  

Lo que debe quedar claro es que una Alemania con una voluntad de poder expresada también a través del instrumento militar tiene implicaciones geopolíticas que van mucho más allá de la crisis en Ucrania. Además, independientemente de las declaraciones recientes, no es imposible que en el futuro vuelva a estrechar lazos con Rusia, pero su estrategia a la nueva potencia europea.  

Cualquiera que sea la dirección política de la Cancillería, este evento desestabilizará el continente europeo y el mundo. Por último, la dimensión interna es quizá aún más grave, porque no está ligada solo a la implementación de políticas, sino a una disparidad entre el este y el oeste del país, a una inmigración nunca asimilada, a una crisis económica importante que está afectando el estado de bienestar, que históricamente ha sido el mecanismo con el cual el gobierno federal ha mantenido unidos *Länder* profundamente diferentes en términos de origen histórico-antropológico, tradiciones y religión.  

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The New Germany: The Dangers of Rearmament, the East-West Divide, and Political Tension After the Ban on Allianz für Deutschland

By Paolo Falconio

Membro del Consejo Rector de Honor e conferenziere de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)


-The Return of Power


One of Andreotti's famous remarks, which greatly amused Mitterrand and which he later adopted, was: "I love Germany so much that I prefer two of them." Obviously, this referred to the idea—later realized—of the unification of East and West Germany. Both leaders saw Germany as a constant source of concern, often linked to the origins of World War I. At the time, many European governments believed that Germany truly desired war, aiming for dominance over Europe at the expense of England, from which it had already taken industrial primacy. The end of that conflict, along with a punitive peace, laid the foundations for Germany's humiliation, which, coupled with a global economic crisis, led to the rise of Nazism.


This brief parenthesis is necessary to understand the fears the world has always had toward Germany—a nation world wars and has instilled fear across the globe.


 -Germany's Return to Power


Today, we are faced with a Germany that is a superpower in economic and industrial terms, yet humiliated by American policy. It has realized that its economic influence, through which it has effectively subdued Europe, is no longer sufficient to protect its interests.


Out of the €800 billion allocated by the EU, €500 billion is dedicated to German rearmament. A €1.8 trillion plan—€900 billion of which has already been approved by the Bundestag—will largely go toward military buildup. This initiative presents questionable constitutional aspects, as a constitutional amendment was passed using an expired parliament to secure the necessary majority, a quorum that would not have been achieved under the representation determined by the election results. 


Germany is no longer content with being Europe's economic engine; it is returning to a policy of power—a self-assertion backed by military force. This alone should send shivers down the spine. The rearmament is officially justified through antagonism with Russia (which, I should remind you, has the largest stockpile of operational nuclear warheads). But it isn't just rhetoric—Germany's first permanent military mission to protect Lithuania was announced just a few days ago. This so-called shield against Russia in the east simultaneously opens up discussions about acquiring a nuclear arsenal.


Are we sure Russia will just stand by and watch?


Germany, seeking vital space in terms of influence, will undoubtedly target the east—where Russia also seeks dominance. This situation could trigger tensions and potentially explosive friction, especially if Russia once again feels threatened by German boots.


If, hypothetically (and not so unrealistically), Germany were to strengthen ties with Russia in the name of Ostpolitik, it could destabilize Eastern Europe and challenge America's grip on the Atlantic side of Europe. Even more seriously, such a partnership could form a bloc truly capable of undermining American hegemony. This wouldn't end well.


-The Breaking of Western Ties and the Search for a New Identity


This shift occurs while Germany's internal debate remains clear. The most popular politician is the socialist Defense Minister Boris Pistorius, a staunch supporter of rearmament. More importantly, the German intellectual elite are increasingly reflecting on what it means to be German. The question at hand is which Europe Germany belongs to now that its Western alliance (with the U.S.) is believed to have dissolved due to objective circumstances, particularly following Trump's presidency. 


This perceived "betrayal" not only makes Germany feel free but also allows it to reconsider itself as an alternative Western power to the United States.


-The Cognitive Slumber of Anglo-French Europe


No one denies Germany's right to defend itself or to build an army suited for national defense. However, the scale of its military buildup is alarming. The declared anti-Russian stance, which serves as justification for the rearmament, is geopolitically risky. Across Europe—and beyond, as seen in Poland—many are observing Germany’s massive rearmament plan with growing concern. Not necessarily because Germany aims to invade Alsace or harbors ill intentions, but because intentions can change, and military capabilities remain.


What is difficult to comprehend is the Franco-British stance. By endorsing the fear of a "Cossack invasion"—despite numerous intelligence reports debunking such claims (at least in the short term)—they are validating Germany’s rearmament. France and Britain have reason to be alarmed. In East Germany (the stronghold of the far-right AfD party), no serious reflection on its history has ever taken place. 


This embrace of power politics, fueled by Anglo-French rhetoric, could be a resurgence of the Gaullist dream—to lead a European army financed by the Germans. Worse, it might signal Washington’s presumption to third-largest army. Alternatively, it may simply stem from a cognitive void among European leaders who, lulled into complacency by the notion of the "end of history," consider intra-European war impossible after 70 years of peace.


-The Possible Ban of Allianz für Deutschland and a Weak Grand Coalition


A particularly noteworthy issue is the situation of AfD (Allianz für Deutschland), which is facing a potential ban due to allegations of neo-Nazi infiltration.


In reality, this is not a ban but rather a warning that could eventually lead to its exclusion from public life. However, the final decision will be in the hands of politics.


The reality is far more complex and would require a separate study. AfD was originally formed by a group of intellectuals—university professors, scholars, and other elites—from the East, as what is commonly referred to as reunification might be more accurately described as annexation. The truth is that the former DDR (East Germany) was effectively taken over by the managerial surplus of West Germany, and only 3% of the East’s elite was integrated into the administrative and academic leadership structures. The economic crisis resulting from the cessation of competitive gas supplies from Russia has sparked growing protests against uncontrolled and unassimilated immigration. Today, AfD represents over 30% of the German electorate and faces the risk of being banned. It holds a relative majority in the country and, while certain factions within the party have neo-Nazi tendencies, labeling it entirely as a neo-Nazi party would be an oversimplification that does not reflect reality. If the party is banned, the entire former DDR—where AfD initially emerged to address the grievances of East Germans—could find itself without any political representation overnight. This would be a highly risky and, quite possibly, futile move.


The new Merz government will have to tackle numerous challenges, knowing that the United States could intervene in this reshaped Germany—especially as the CDU has put forward a platform with several points aligning with AfD's agenda. Russia, economic instability, the weakening of Western alliances, and the deepening divide with the former DDR all represent challenges too significant to be addressed with a narrow parliamentary majority of just 12 representatives in the Bundestag. Moreover, Germany’s federal structure requires that regional parliaments (Landers) approve over 60% of the Bundestag’s legislative production for it to be implemented. While Germany is often perceived as a unified entity, its internal complexities are profound—for instance, Bavaria has a constitution that predates the federal one and remains legally binding, defining its delegation of power to the federal government as temporary. If German politics fails to offer adequate solutions, centrifugal forces could arise—not only in the former DDR but also in other regions.


-The Prospects for Germany


Germany is a great nation, with cultural contributions across all disciplines. However, it harbors deep demons, unresolved contradictions, and we live in reckless times.


A return to power politics based on military strength—not necessarily invoking anachronisms like Nazism—is not just a potential threat to peace; it is a current and tangible risk for the entire European continent and beyond.


What should be clear is that a Germany openly expressing power ambitions through military means has geopolitical ramifications far beyond the Ukrainian crisis. Moreover, despite recent declarations, it is not impossible that Germany could realign with Russia in the near future. If that happens, not even the U.S. could impose its strategy on the new European powerhouse. Whatever Germany’s political decisions may be, this shift will destabilize Europe and the wider world.


Internally, the challenge may be even greater—stemming from the economic divide between East and West, the failure to assimilate immigration, and a growing economic crisis. These factors threaten the social safety net that has historically held Germany’s vastly different regions together.


Commenti

  1. OPERATION THOR🔨
    ♟️Operation THOR has had its effect.
    The 🔑 of access is in Putin's Statement of June 20, 2025 during the International Economic Forum in St. Petersburg where, following a question, why he did not support the Islamic Republic, his clear Answer is short, as is in his nature as a statesman and chess player was this.
    "Israel today is practically a Russian-speaking nation. There are almost two million people from the former Soviet Union and Russia.
    THIS IS IMPORTANT FOR US.
    ♟️I have deliberately highlighted this detail which is the
    🔑Clearance provided to Trump to begin a Surgical Operation that no one would have dared to do, knowing full well what it would have entailed at a global level.
    Putin, justified both to the Russian People, and to himself, this action, with a phrase that leaves nothing to be understood except the importance of the Protection of his People, of his Nation, in the face of uncontrollable and unpredictable events that could have happened shortly thereafter.
    ♟️Now the Second Phase begins.
    Iran will begin its revenge, because it cannot do anything else, it will be a long war of nerves and attacks, the World, will be the object of Terrorist Attacks, both Organized and committed by Fanatics and mad splinters of the Iranian Regime, No one is safe and we are well aware of this.
    Mad cells, Sleepers, in every State will activate in a long trail of blood but it is the least price we will have to pay because, as well Identified and Analyzed in a previous Post, in Trump's rapid change of pace, "There Was No Time to Lose" and only the American War Machine, could put a stop to an announced disaster so that:
    ♟️The theory of the Lesser Evil prevailed over a Greater Evil.

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  2. OPERATION THOR🔨
    ♟️L'operazione THOR ha ottenuto il suo effetto.
    La 🔑 di accesso é nella Dichiarazione di Putin del 20 Giugno 2025 durante il forum economico Internazionale di San Pietroburgo dove, a seguito di una domanda, del perche' non sostenesse la Republica Islamica, la sua Risposta chiara è breve, come é nella sua natura di statista e giocatore di scacchi fu questa.
    "Israele oggi è praticamente una Nazione di lingua Russa. Vi sono quasi due milioni di persone provenienti dall'ex Unione Sovietica e dalla Russia.
    QUESTO È IMPORTANTE PER NOI.
    ♟️Ho volutamente messo ben in Evidenza questo particolare che è la
    🔑del Nulla Osta fornita a Trump per iniziare un' Operazione Chirurgica che nessuno avrebbe osato fare, ben conoscendo cio' che avrebbe comportato a Livello Mondiale.
    Putin, ha giustificato sia al Popolo Russo, sia a se stesso, questa azione, con una frase che nulla lascia Oltre intendere se, non l'importanza della Tutela del suo Popolo, della sua Nazione, di fronte ad eventi scatenanti ed incontrollabili che sarebbero potuto accadere di li' a poco.
    ♟️Ora inizia la Seconda fase.
    L'Iran iniziera' la sua vendetta, poiche' non puo' far altro, sara' una lunga guerra di nervi e di attentati, Il Mondo, sara' oggetto di Attentati Terroristici, sia Organizzati sia commessi da Fanatici e schegge impazzite del Regime Iraniano, Nessuno è al sicuro e di questo ne siamo ben consci.
    Cellule impazzite, Dormienti, in ogni Stato si attiveranno in una lunga scia di sangue ma é il prezzo minore che dovremo pagare poiche', come ben Individuato e Analizzato in un precedente Post, nel rapido cambio di marcia di Trump, "Non Vi Era Tempo da Perdere" e solo la Macchina da Guerra Americana, poteva porre un freno ad un disastro annunciato per fa si' che:
    ♟️La teoria del Male Minore prevalesse su un di un Male Maggiore.

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