The Russia in the Indopacific scenario / La Russia nell' Indopacifico/ ITA ENG
La Russia nell' Indopacifico
Di Paolo Falconio
Miembro del Consejo Rector de Honor y profesor en la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)
Un dato che in Occidente viene raramente considerato. Nella logica della narrazione che diviene auto convincimento si ritiene che le caserme siberiane siano svuotate. Premesso che non vorremmo che si ripetesse l'errore fatto dallo Stato Maggiore Tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, il quale arrivato alle porte di Mosca riteneva di aver distrutto l'esercito sovietico (tutte le divisioni russe segnalate dall'intelligence erano state annientate) , si ritrovò poi ad affrontare nuove divisioni fresche e ben equipaggiate trasferite dalla Siberia. Piccola digressione storica per significare il ruolo dell'Intelligence. Il tedesco Richard Sorge, giornalista aderente al partito nazista con il ruolo di corrispondente dal Giappone, ma in realtà un dissidente che lavorava per il KGB, grazie alle sue introduzioni, informò Stalin che il Giappone non intendeva attaccare la Russia. Cosa che consentì a quest'ultimo di trasferire le divisioni sovietiche stanziate in Siberia, per contrattaccare i tedeschi. Ma per tornare all'attualità anche ammesso che le caserme siberiane siano vuote (dato che mi pare appartenga alla narrazione, attualmente l'esercito russo per numeri è il secondo esercito al mondo con 1.500.000 di uomini, secondo solo a quello cinese), così non è per la flotta del Pacifico. Il Giappone è un vicino della Russia e sebbene non ci siano confini terrestri da 79 anni, Russia e Giappone si sono sempre affrontate attraverso il Mar del Giappone e il Mar di Okhotsk, la prima linea durante la guerra fredda in Asia. Con l'invasione Ucraina e il conseguente conflitto geopolitico tra Occidente e Russia il Giappone è di nuovo in prima linea. I venti di guerra soffiano in modo costante in tutta la regione, e l’Indo-Pacifico, teatro di scontro tra Cina e Stati Uniti, non è estraneo alle logiche che guidano la Difesa moscovita per questo Vladimir Putin ha scelto di blindare da tempo le proprie frontiere. L'origine delle tensioni russo nipponiche si rintraccia nella storia, nella battaglia di Tushima che vide il Giappone vittorioso contro la Russia Zarista. In particolare l'oggetto della contesa erano le isole Curili. Neanche dopo il secondo conflitto mondiale la contesa fu risolta (da notare che non esiste un trattato di pace tra Russia e Giappone) e attualmente entrambe i Paesi reclamano la sovranità su tali isole, che rappresentano il principale punto d’accesso sul Mare di Okhotsk. Ai Tempi della Guerra Fredda, la strategia sovietica sui mari era volta a creare delle bolle A2/AD (Anti-Acces, Area-Denial) utilizzando principalmente la componente nucleare basata sugli SLBN (sottomarini lanciamissili balistici) a propulsione nucleare nella strategia chiamata “dei bastioni”. Tale strategia sull’Oceano Atlantico era ideale per l’impiego degli SLBN nel mare Artico, che ha una profondità di 4000 metri nello stretto di Bering, al fine di tenere lontano mezzi navali ostili dalla linea GIUK (Greenland, Iceland, United Kingdom). Invece per l’Oceano Pacifico vennero identificate la penisola della Kamchatka, le isole Curili e il Mare di Okhotsk come aree sulle quali imperniare le bolle A2/AD. Attualmente la Flotta Russa del Pacifico può disporre di 78 unità navali in totale (58 di superficie e 20 sottomarini) e 30mila uomini e fa parte del Distretto Militare Orientale. La sua principale base operativa è Vladivostok. L’Ammiraglia della Flotta è l’incrociatore lanciamissili Varyag, poi sono presenti 2 nuove corvette classe Stereguscij, 2 cacciatorpediniere classe Sovremennyj, quattro corvette lanciamissili classe Nanuchka e 11 classe Tarantul, inoltre è presente anche una forza da assalto anfibio composta da alcune navi classe Repucha e Alligator. Tuttavia la componente più importante della Flotta del Pacifico è senza dubbio quella sottomarina in particolare quella nucleare in funzione di deterrenza: un sottomarino lanciamissili nucleari SSBN classe Borei, cinque sottomarini lanciamissili da crociera a propulsione nucleare classe Antey e sottomarini d’attacco convenzionali classe Scuka-B, insieme ad alcuni classe Kilo (sottomarini particolarmente silenziosi.
La strategia navale di Mosca nel Pacifico si basa su un approccio muscolare applicando una diplomazia coercitiva, come nel caso dell’esercitazione navale Vostok 2010 sull’isola di Etorofu. L’isola di Kunashiri (parte delle Curili) fu visitata da Medvedev nel novembre dello stesso anno, mandando un chiaro messaggio di allontanamento dalla Dichiarazione di Tokyo del 1993 che puntava a normalizzare i rapporti tra Giappone e Russia. Nel 2021 sempre nelle isole Curili, Mosca ha schierato il sistema da difesa costiero antinave K-300P Bastion e ha dichiarato di voler aumentare il numero di queste istallazioni, con il chiaro intento di creare una bolla A2/AD nell'area. La Russia negli ultimi anni ha effettuato diverse esercitazioni congiunte con la Cina nel Nord dell’Oceano Pacifico, esercitazioni che rientrano nella cornice di una postura muscolare nei confronti della Corea del Sud e del Giappone. Nel 2022 le Forze aerospaziali russe insieme alla PLAAF (People Liberation Army Air Force) hanno svolto un’esercitazione sul Mar del Giappone e sul Mar Cinese Orientale impiegando bombardieri strategici, in particolare 2 TU-95MS russi (turboelica) e 4 XIAN H-6K. Sempre nel 2022 la marina cinese e quella russa hanno svolto esercitazioni congiunte nella cornice di VOSTOK 2022. La Marina giapponese ha rilevato il cacciatorpediniere CNS NANCHANG 101, la fregata CNS YANCHENG 546 la nave da rifornimento CNS DONGPINGHU 902 e le corvette russe SOVERSHENNY 333, GROMKIY 335 e ALDAR TSYDENZAPHOV 339. Queste esercitazioni che si susseguono in un quadro che appare consolidato hanno visto il 2024 un ennesimo episodio in cui Navi cinesi e russe hanno dato il via all'ennesima esercitazione militare congiunta, in cui le due flotte hanno pattugliato insieme l'oceano Pacifico occidentale e settentrionale. In particolare si registra un crescente aumento di unità sottomarine dotate di missili balistici e una crescente attività nell'area. Il rischio è che questa crescente attività, assieme a quella cinese, possa stressare oltre il punto di rottura il sistema di deterrenza Giappone-USA. Infatti come si evince da quanto sopra esposto, l'attività Russa nell'area richiama la strategia sovietica (creazione di bolle A2/AD il cui perno soni i sottomarini SSBN) e le numerose esercitazioni con la Cina, la quale ormai ha un flotta imponente e moderna, moltiplicano la possibile minaccia all'arcipelago Giapponese nonostante la presenza americana.
Probabilmente è in questo quadro che va letto l'invito fatto dal Giappone alle potenze europee di partecipare attivamente al pattugliamento dell'indopacifico e specificatamente del Mar Meridionale della Cina. Invito poi subito supportato dagli Stati Uniti. Un interesse verso l'Europa che è anche una necessità nel contesto dei nuovi assetti geopolitici non solo con riferimento al blocco Sino Russo, ma anche come proiezione globale del Giappone. In tal senso può essere visto lo sviluppo in cooperazione con Gran Bretagna e Italia del caccia di sesta generazione.
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The Russia in the Indopacific scenario
By Paolo Falconio
Miembro del Consejo Rector de Honor y profesor en la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)
Moscow's naval strategy in the Pacific is based on a muscular approach, applying coercive diplomacy, as in the case of the Vostok 2010 naval exercise on the island of Etorofu. Kunashir Island (part of the Kurils) was visited by Medvedev in November of the same year, sending a clear message of distancing from the 1993 Tokyo Declaration that aimed to normalize relations between Japan and Russia. In 2021, also in the Kuril Islands, Moscow deployed the K-300P Bastion coastal defense anti-ship system and declared its intention to increase the number of these installations, with the clear intent of creating an A2/AD bubble in the area. In recent years, Russia has conducted several joint exercises with China in the northern Pacific Ocean, exercises that fall within the framework of a muscular posture towards South Korea and Japan. In 2022, the Russian Aerospace Forces, along with the PLAAF (People's Liberation Army Air Force), conducted an exercise in the Sea of Japan and the East China Sea using strategic bombers, specifically 2 Russian TU-95MS (turboprop) and 4 XIAN H-6Ks. Also in 2022, the Chinese and Russian navies conducted joint exercises within the VOSTOK 2022 framework. The Japanese Navy detected the destroyer CNS NANCHANG 101, the frigate CNS YANCHENG 546, the replenishment ship CNS DONGPINGHU 902, and the Russian corvettes SOVERSHENNY 333, GROMKIY 335, and ALDAR TSYDENZAPHOV 339. These exercises, which continue in a consolidated framework, saw another episode in 2024, in which Chinese and Russian ships launched yet another joint military exercise, in which the two fleets patrolled the western and northern Pacific Ocean together. Specifically, there is a growing increase in submarine units equipped with ballistic missiles and increased activity in the area. The risk is that this growing activity, along with that of China, could stress the Japan-US deterrence system beyond the breaking point. As can be seen from the above, Russian activity in the area recalls the Soviet strategy (creating A2/AD bubbles with SSBNs as the pivot), and the numerous exercises with China, which now has an impressive and modern fleet, multiply the possible threat to the Japanese archipelago despite the American presence.
It is probably within this framework that Japan's invitation to European powers to actively participate in patrolling the Indo-Pacific and specifically the South China Sea should be read. An invitation immediately supported by the United States. An interest in Europe that is also a necessity in the context of the new geopolitical arrangements not only with reference to the Sino-Russian bloc but also as a global projection of Japan. In this sense, the development in cooperation with the United Kingdom and Italy of the sixth-generation fighter can be seen.
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