L' Entropia della Guerra/La Entropía de la Guerra/ The Entropy of War ITA ENG ES
L' Entropia della Guerra
ITA ENG ES
Di Paolo Falconio
Member of the Consejo Rector de Honor and lecturer at the Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)
Israele ha attaccato l’ Iran, un evento che potrebbe anche innescare una grave escalation delle tensioni militari nella regione. Se l’ Iran dovesse rispondere con tutto il suo arsenale balistico, difficilmente gli Stati Uniti potrebbero rimanere completamente fuori dal conflitto (Gen Wensley Clark). C’è da dire che a quanto pare la capacità di reazione dell’ Iran è stata fortemente compromessa, ma questo non vuol dire che non ci sia un rischio escalation. Russia e Cina avevano piani economici importanti che coinvolgevano l’ Iran. Era appena stata inaugurata una linea della seta Cina Iran con una linea ferroviaria e la Russia è stata sostenuta dall’ Iran. Inutile al momento fare speculazioni. Comunque con questa spada di Damocle che ci riguarda da vicino, continua ad infuriare il conflitto in Ucraina, che dal 2024 (ossia dall’ ultima vera apertura di Putin alla pace, rifiutata dagli ucraini anche legittimamente) ha perso i caratteri di una operazione speciale ed è divenuta guerra vera e propria con un escalation progressiva a cui assisteremo nei prossimi mesi. Questo conflitto sarà definito dalle armi o con un nuovo governo a Kiev. L’assenza del supporto americano non lascia alternative. La Cina parla di pace, ma non rinuncia alle sue ambizioni di potenza e Taiwan non è l' unica questione sul tavolo. Gli Stati Uniti di contro non intendono cedere, come ha fatto chiaramente intendere Pete Hegseth, Segretario della difesa USA che ha definito inevitabile lo scontro. La Corea del Nord sono mesi che ha fatto saltare le vie di comunicazione con la Corea del Sud e nella sua nuova narrazione i coreani del sud non sono più fratelli divisi, ma un altro popolo. Iran, Russia, Cina e Corea del Nord, sono quattro nazioni di cui le ultime tre dispongono di un arsenale nucleare e sono unite da un unico fattore: percepiscono gli Stati Uniti come un nemico mortale. Trump non riesce a disinnescare i conflitti perché in alcuni casi non ne capisce la natura profonda e perché sebbene voglia sinceramente la pace, non ordina o non può ordinare un totale disimpegno come l'evacuazione del personale americano in Ucraina. Nel caso israeliano, nel Congresso, Bibi Nethanyau ha più voti di lui.
I fuochi accesi si autoalimentano nonostante la pressione politica della superpotenza americana. Un fatto che dovrebbe mettere i brividi. È l’ entropia della guerra, una forza primordiale che dall’ ordine procede verso il Caos. Un’ entropia che può manifestarsi anche per ragioni interne.
In questo mondo sull'orlo dell' abisso l' Europa è criminalmente incosciente. L' Inghilterra ha dodici pezzi di artiglieria di profondità, i test di lancio di missili dagli SLBN da dieci anni sono caratterizzati dal fallimento. Eppure nel documento strategico di difesa, si sostiene che una guerra con la Russia sarebbe una guerra alla pari. La Germania manda i Taurus in Ucraina, ma ha una sola batteria antiaerea che è posta a presidio di Berlino. Il che vuol dire che tutte le fabbriche militari sono vulnerabili. È il motivo per cui il riarmo non può essere letto solo con le lenti dell' economia, ma è un' esigenza reale nel segno della difesa. Tra l’ atro le iniziative dei singoli Stati, come l’ invio di Taurus sono tutte prese fuori dall’ articolo 5. Tradotto : in caso di ritorsioni sarà difficile coinvolgere gli USA. La NATO che andrebbe preservata, è stata depotenziata, perché il comando unificato è, senza girarci attorno, un comando USA, i quali però hanno altre emergenze. L' UE ha rappresentanti provenienti da Stati lillipuziani. Gli Stati Europei non vogliono realmente la guerra, ma fanno di tutto per impedire la pace e adottano una narrativa bellicista ridicola rispetto alle reali capacità. Non abbiamo fisicamente più nulla da dare all' Ucraina. Un’ affermazione quest’ ultima che viene dallo stesso Macron. E così la guerra diventa sempre più un affare europeo e sempre meno americano. La buona notizia è che la Russia non vuole invaderci (così tutti i maggiori analisti tra i quali Friedman, Mashneimer e militari come Mac Gregor, Ritter , Kellogg, etc..) se così fosse avremmo divuto già riconvertire la produzione industriale. Non si può continuare a dire che fra sei mesi saremo in guerra e limitarci a non fare nulla se non annunciare programmi che necessitano di cinque dieci anni per il loro completamento. Tuttavia a furia di indicare un nemico mortale potremmo trovarlo. Tutto questo potrebbe tradursi nella peggiore sconfitta dell' UE e della NATO. Non una sconfitta militare, ma una sconfitta politica che comunque sarebbe mortale per queste istituzioni.
Una follia europea incomprensibile soprattutto se la situazione dovesse precipitare per via dell' entropia della guerra, se in altre parole assisteremo ad una escalation che se si guarda al mappamondo è tutt’ altro che fantapolitica. Gli Stati Uniti, non vogliono rinunciare all’ Europa, ma di fronte ad una guerra totale causata anche per effetto della divaricazione tra la politica estera americana e quella europea, potrebbero decidere di non voler sacrificare le loro città. Inoltre hanno problemi enormi in termini industriali e logistici e le minacce per i grandi trasporti truppe via mare o cielo sarebbero letali. Andrebbero fatti prima che qualcosa accada. E questo i militari lo sanno e lo dicono. Di fronte a questa follia bellicista del vecchio continente , gli USA potrebbero scegliere di non voler morire per Danzica. Chiedete ad un americano medio che cosa è la NATO, non saprà rispondervi. Gli USA hanno sempre la garanzia che gli deriva dal dominio sulle Americhe, noi Europei un continente separato da oceani sul quale ritirarci non lo abbiamo. Le grandi potenze europee sono governate da formazioni politiche deboli. Al primo missile russo convenzionale che dovesse essere lanciato per rappresaglia, questi governi verrebbero travolti. Se continuano così non ci sarà neanche bisogno di missili. La più grande potenza industriale europea, la Germania, è letteralmente bloccata dalla litigiosità interna alla maggioranza. Non sono d’accordo su nulla.
La Russia è tornata dimostrando resilienza, una buona disciplina delle sue forze armate, un apparato industriale militare solido che lavora 24h, nuovi sistemi che stoccano all’ interno e un deterrente nucleare che nessuno sistema antimissile può inficiare.
Con questa Russia dovremo avere a che fare e non sarà semplice, perché la postura che avrà sarà aggressiva. Il che vuol dire che avremo molteplici situazioni di attrito dal Mediterraneo al baltico. Come faremo a gestirle se non abbiamo neanche un canale diplomatico attivo? E la diplomazia sarà tanto più efficace quanto sarà supportata da un deterrente militare credibile. Non servirà a nulla la prosopopea tipica di questo continente.
È tempo di cambiare narrazione, è tempo di tanta buona diplomazia, è tempo di ripristinare forze armate credibili per il livello della minaccia, ma con parole di pace in bocca. Una pace vigilata, ma pur sempre pace. Non ci sono alternative. È la brutale realtà delle cose, non il senso di ciò che sia moralmente giusto o sbagliato. In questa situazione il dato più preoccupante è che anche con un cambio di postura non ci sono garanzie che si arresti l’ entropia dei conflitti.
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The Entropy of War
By Paolo Falconio
Member of the Consejo Rector de Honor and lecturer at the Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)
Israel has attacked Iran, an event that could trigger a serious escalation of military tensions in the region. If Iran were to respond with its entire ballistic arsenal, it would be difficult for the United States to remain completely out of the conflict. It must be said that, apparently, Iran’s ability to respond has been significantly compromised, but this does not mean there is no risk of escalation. Russia and China had important economic plans involving Iran. A China-Iran Silk Road route had just been inaugurated with a railway line, and Russia has been supported by Iran. Speculation is pointless at the moment. Meanwhile, with this Sword of Damocles hanging over us, the war in Ukraine continues to rage. Since 2024 (the last real opening by Putin towards peace, which was rejected by the Ukrainians, perhaps legitimately), the conflict has lost the characteristics of a special operation and has become a full-fledged war, with a progressive escalation that we will witness in the coming months. This war will be defined either by weapons or by a new government in Kyiv. The absence of American support leaves no alternatives.
China speaks of peace but does not renounce its ambitions as a global power, and Taiwan is not the only issue on the table. The United States, on the other hand, does not intend to back down, as clearly stated by the U.S. Secretary of Defense, who has deemed the confrontation inevitable. North Korea has severed communication channels with South Korea for months, and in its new narrative, South Koreans are no longer divided brothers but a completely different people. Iran, Russia, China, and North Korea—four nations, three of which possess nuclear arsenals—are united by a single factor: they perceive the United States as a mortal enemy.
Trump is unable to defuse conflicts because, in some cases, he does not understand their deeper nature. Although he sincerely desires peace, he does not order—or cannot order—a total disengagement, such as the evacuation of American personnel from Ukraine. In the case of Israel, in Congress, Benjamin Netanyahu has more votes than him.
The fires that have been ignited continue to fuel themselves despite the political pressure from the American superpower. This should send chills down our spines. It is the entropy of war, a primordial force that moves from order to chaos—an entropy that can also manifest for internal reasons.
In this world on the brink of the abyss, Europe is criminally unaware. The UK has only twelve deep artillery pieces, and missile launch tests from SLBNs have been failing for ten years. Yet, in its strategic defense document, it claims that a war with Russia would be an equal fight. Germany sends Taurus missiles to Ukraine but has only one anti-aircraft battery stationed to protect Berlin, meaning all military factories are vulnerable. This is why rearmament cannot be viewed solely through an economic lens—it is a real necessity for defense.
Moreover, individual state initiatives, such as sending Taurus missiles, are all taken outside Article 5. Translated: in case of retaliation, it will be difficult to involve the USA. NATO, which should be preserved, has been weakened because the unified command is, without a doubt, an American command, but the USA has other emergencies. The EU is led by representatives from tiny states. European nations do not truly want war, yet they do everything to prevent peace, adopting a ridiculous militaristic narrative compared to their actual capabilities. We physically have nothing left to give to Ukraine—a statement even Macron has made.
Thus, the war is becoming more of a European affair and less of an American one. The good news is that Russia does not want to invade us (as stated by major analysts such as Friedman, Mearsheimer, MacGregor, Ritter, Kellogg, etc.). If that were the case, we would have already reconverted industrial production. We cannot keep saying "in six months we will in war" while doing nothing except announcing programs that require five to ten years for completion. However, by constantly pointing to a mortal enemy, we may eventually find one.
All of this could result in the worst defeat for the EU and NATO—not a military defeat, but a political one, which would still be fatal for these institutions. A European madness that is incomprehensible, especially if the situation were to deteriorate due to the entropy of war—in other words, if we witness an escalation that, when looking at the world map, is far from science fiction.
The United States does not want to abandon Europe, but in the face of a total war caused by the divergence between American and European foreign policies, they might decide not to sacrifice their cities. Additionally, they face enormous industrial and logistical problems, and threats to major troop transport operations by sea or air would be lethal. These preparations should be made before something happens—and the military knows this and says so.
Faced with this warmongering madness of the old continent, the USA might choose not to die for Danzig. Ask an average American what NATO is—they won’t be able to answer. The USA always has the guarantee of dominance over the Americas, while we Europeans do not have a continent separated by oceans to retreat to.
The great European powers are governed by weak political formations. At the first conventional Russian missile launched in retaliation, these governments would be overwhelmed. If they continue like this, missiles won’t even be necessary. The largest industrial power in Europe, Germany, is literally paralyzed by internal disputes within its majority. They cannot agree on anything.
Russia has returned, demonstrating resilience, good discipline within its armed forces, a solid military-industrial apparatus working 24 hours, new systems advancing internally, and a nuclear deterrent that no missile defense system can counter.
We will have to deal with this Russia, and it will not be easy because its stance will be aggressive. This means we will face multiple points of friction from the Mediterranean to the Baltic. How will we manage them if we don’t even have an active diplomatic channel? And diplomacy will be all the more effective if supported by a credible military deterrent. The typical grandiloquence of this continent will be of no use.
It is time to change the narrative, time for strong diplomacy, time to restore credible armed forces proportional to the level of threat—but with words of peace on our lips. A monitored peace, but peace nonetheless. There are no alternatives. This is the brutal reality of things—not a matter of what is morally right or wrong. The most concerning fact is that even with a change in stance, there are no guarantees that the entropy of conflicts will stop.
Ecco la traduzione in spagnolo de L' Entropia della Guerra di Paolo Falconio:
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La Entropía de la Guerra
ITA ESP ENG
Por Paolo Falconio
Miembro del Consejo Rector de Honor y profesor en la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)
Israel ha atacado a Irán, un evento que podría desencadenar una grave escalada de tensiones militares en la región. Si Irán respondiera con todo su arsenal balístico, difícilmente Estados Unidos podría mantenerse completamente fuera del conflicto (Gen Wensley Clark). Cabe señalar que la capacidad de reacción de Irán parece haber sido fuertemente comprometida, pero esto no significa que no haya riesgo de escalada. Rusia y China tenían planes económicos importantes que involucraban a Irán. Apenas se había inaugurado una nueva Ruta de la Seda entre China e Irán con una línea ferroviaria, y Rusia ha sido apoyada por Irán. En este momento, es inútil hacer especulaciones. No obstante, con esta espada de Damocles sobre nosotros, sigue ardiendo el conflicto en Ucrania, que desde 2024 (es decir, desde la última verdadera apertura de Putin hacia la paz, rechazada por los ucranianos, incluso legítimamente) ha perdido las características de una operación especial y se ha convertido en una guerra propiamente dicha con una escalada progresiva que presenciaremos en los próximos meses. Este conflicto se definirá por las armas o por un nuevo gobierno en Kiev. La ausencia del apoyo estadounidense no deja alternativas. China habla de paz, pero no renuncia a sus ambiciones de potencia, y Taiwán no es la única cuestión sobre la mesa. Por otro lado, Estados Unidos no tiene intención de ceder, como ha dejado claro Pete Hegseth, Secretario de Defensa de EE.UU., quien ha definido el enfrentamiento como inevitable. Corea del Norte lleva meses rompiendo las vías de comunicación con Corea del Sur y, en su nueva narrativa, los surcoreanos ya no son hermanos divididos, sino otro pueblo. Irán, Rusia, China y Corea del Norte son cuatro naciones, de las cuales las tres últimas poseen un arsenal nuclear y están unidas por un único factor: perciben a Estados Unidos como un enemigo logra desactivar los conflictos porque, en algunos casos, no comprende su naturaleza profunda y, aunque desea sinceramente la paz, no ordena o no puede ordenar un retiro total, como la evacuación del personal estadounidense en Ucrania. En el caso israelí, en el Congreso, Bibi Netanyahu tiene más votos que él.
Los incendios que se han encendido se autoalimentan a pesar de la presión política de la superpotencia estadounidense. Un hecho que debería causar escalofríos. Es la entropía de la guerra, una fuerza primitiva que, desde el orden, avanza hacia el caos. Una entropía que también puede manifestarse por razones internas.
En este mundo al borde del abismo, Europa es criminalmente inconsciente. Inglaterra tiene doce piezas de artillería de profundidad; las pruebas de lanzamiento de misiles desde los SLBN han fallado en los últimos diez años. Sin embargo, en el documento estratégico de defensa se sostiene que una guerra con Rusia sería una guerra en igualdad de condiciones. Alemania envía los Taurus a Ucrania, pero solo tiene una batería antiaérea que protege Berlín, lo que significa que todas las fábricas militares son vulnerables. Este es el motivo por el cual el rearme no puede analizarse únicamente con la lente de la economía, sino que es una necesidad real en términos de defensa. Además, las iniciativas individuales de los Estados, como el envío de los Taurus, se han tomado fuera del artículo 5. En otras palabras, en caso de represalias, será difícil involucrar a EE.UU. La OTAN, que debería preservarse, ha sido debilitada porque el mando unificado es, sin rodeos, un mando estadounidense, el cual, sin embargo, tiene otras urgencias. La UE cuenta con representantes de Estados diminutos. Los Estados europeos no desean realmente la guerra, pero hacen todo lo posible para impedir la paz y adoptan una narrativa belicista ridícula en comparación con sus capacidades reales. Físicamente, no tenemos más que ofrecer a Ucrania. Esta última afirmación proviene del propio Macron. Así, la guerra se convierte cada vez más en un asunto europeo y menos en uno estadounidense. La buena noticia es que Rusia no quiere invadirnos (como lo afirman los principales analistas, entre ellos Friedman, Mearsheimer y militares como MacGregor, Ritter, Kellogg, etc.). Si fuera así, ya habríamos tenido que reconvertir la producción industrial. No se puede seguir diciendo que en seis meses estaremos en guerra y limitarse a no hacer nada más que anunciar programas que requieren de cinco a diez años para completarse. Sin embargo, si seguimos señalando a un enemigo mortal, podríamos encontrarlo. Todo esto podría traducirse en la peor derrota de la UE y la OTAN. No una derrota militar, sino una derrota política, que igualmente sería fatal para estas instituciones.
Una locura europea incomprensible, especialmente si la situación se precipita debido a la entropía de la guerra; en otras palabras, si asistimos a una escalada que, observando el mapa mundial, no es en absoluto ciencia ficción. Estados Unidos no quiere renunciar a Europa, pero ante una guerra total causada, entre otras cosas, por la divergencia entre la política exterior estadounidense y la europea, podría decidir no querer sacrificar sus ciudades. Además, enfrenta enormes problemas industriales y logísticos, y las amenazas a los grandes transportes de tropas por mar o aire serían letales. Estas acciones deberían llevarse a cabo antes de que ocurra algo, y los militares lo saben y lo dicen. Frente a esta locura belicista del viejo continente, EE.UU. podría optar por no querer morir por Gdansk. Pregunten a un estadounidense promedio qué es la OTAN, y no sabrá responder. EE.UU. siempre tiene la garantía que le otorga su dominio sobre América, pero nosotros, los europeos, no tenemos un continente separado por océanos al que podamos retirarnos. Las grandes potencias europeas están gobernadas por formaciones políticas débiles. Al primer misil convencional ruso que se lance como represalia, estos gobiernos serán arrasados. Si continúan así, ni siquiera serán necesarios misiles. La mayor potencia industrial europea, Alemania, está literalmente bloqueada por la conflictividad interna dentro de su mayoría. No están de acuerdo en nada.
Rusia ha regresado, demostrando resiliencia, una buena disciplina en sus fuerzas armadas, un aparato industrial militar sólido que trabaja 24 horas al día, nuevos sistemas de almacenamiento interno y un disuasivo nuclear que ningún sistema antimisiles puede contrarrestar.
Con esta Rusia tendremos que lidiar, y no será fácil, porque su postura será agresiva. Esto significa que enfrentaremos múltiples situaciones de fricción desde el Mediterráneo hasta el Báltico. ¿Cómo las gestionaremos si ni siquiera tenemos un canal diplomático activo? Y la diplomacia será más eficaz cuanto más esté respaldada por un disuasivo militar creíble. La arrogancia típica de este continente no servirá de nada.
Es tiempo de cambiar la narrativa, tiempo de una buena diplomacia, tiempo de restaurar fuerzas armadas creíbles para el nivel de la amenaza, pero con palabras de paz en boca. Una paz vigilada, pero aun así paz. Es la cruda realidad de las cosas, no una cuestión de lo que sea moralmente correcto o incorrecto. En esta situación, lo más preocupante es que, incluso con un cambio de postura, no hay garantías de que se detenga la entropía de los conflictos
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